mercoledì 30 marzo 2011

Mai cedere, rubare, ingannare o bere... ma se devi cedere fallo fra le braccia della persona che ami; se devi rubare ruba il tempo che vuoi per te; se devi ingannare, inganna la morte... e se devi bere inebriati dei momenti che ti tolgono il respiro.

Non è importante quanti respiri fai nel corso di una vita, ciò che è importante sono i momenti che i respiri te lo tolgono.

Tratto dal film "Hitch"

"L'alcol cambia un uomo. Ma il suo effetto è effimero come quello della voluttà"

Roger Lemelin, I Plouffe, 1948

martedì 29 marzo 2011

"L'alcool crea nell'uomo un eroismo assai superiore all'ideologia e alla passione; non a torto viene chiamato spirito"

Gian Piero Bona, Passeggiata con il diavolo, 1983

giovedì 24 marzo 2011

Il decalogo contro l'alcol

L’Istituto superiore di sanità (Iss) propone un decalogo per un consumo consapevole dando alcuni suggerimenti:

1. I giovani per natura non amano il conformismo. Si può sfruttare questa sana predisposizione per osservare e “smontare” con loro le pubblicità sugli alcolici trasmesse dai mass media. È un’ottima modalità per incrementare la loro capacità critica su ciò che la pubblicità promette e che poi, spesso, non trova riscontro nella realtà quotidiana.

2. I ragazzi sempre più frequentemente bevono per superare difficoltà di relazione, e assumere un ruolo all’interno del gruppo. In questa fase i genitori hanno un ruolo chiave: dare il buon esempio, creando un ambiente familiare in cui la presenza dell’alcol sia visibile, ma discreta.

3. Parlare ai giovani, fin da bambini, dei danni e dei rischi legati al consumo di alcolici. Esordire con questo tipo di discorsi in età adolescenziale, quando tutto è soggetto a critica e spesso considerato un’esagerazione dei genitori, può anche essere controproducente.

4. Insegnare ai giovani che prima dei 15 anni l’apparato digerente non è ancora in grado di metabolizzare l’alcol in modo adeguato, perché il sistema enzimatico non è completamente sviluppato. Le ragazze inoltre, e in generale tutte le donne, sono in grado di eliminare la metà di una dose d’alcol che riesce a metabolizzare un uomo.

5. È importante saper che gli alcolici sono nocivi per il feto. Il nascituro non è dotato di sistemi enzimatici capaci di smaltirli. Sono sufficienti due bicchieri di bevande alcoliche al giorno per pregiudicare la salute del bambino e distruggere i neuroni di un cervello ancora in formazione.

6. C’è un preciso limite che separa il consumo dall’abuso. È opportuno informare i giovani su come le performance individuali cambino sotto l’influenza di un abuso alcolico. Anche una banale serata in pizzeria può trasformarsi in una situazione a rischio quando si deve tornare a casa in motorino.

7. Occorre insegnare ai ragazzi a leggere le etichette e analizzare con loro le bottiglie e le lattine contenenti alcol da cui possono essere attratti per la forma, il colore e il sapore. Serve a far sentire maggiore complicità tra genitori e figli e, al contempo, è un’occasione per evidenziare particolari importanti, spesso trascurati, come, ad esempio, la gradazione alcolica.

8. Spiegare ai giovani che il nostro organismo richiede nel tempo quantità sempre maggiori di alcol per provare le stesse esperienze di piacere. L’obiettivo di sentirsi più disinvolti, loquaci ed euforici richiede quantità progressivamente crescenti. I bicchieri aumentano, si perde il controllo ma aumenta anche il rischio di sviluppare una dipendenza.

9. Coinvolgere i ragazzi nell’organizzazione di una festa o di un semplice incontro può essere l’occasione giusta per dimostrare che ci si può divertire anche con le sole bevande analcoliche.

10. I genitori dovrebbero compiere un “allenamento” lungo tutto il percorso di vita dei figli, orientandoli al consumo di bevande analcoliche (non solo a casa, ma anche al ristorante o in pizzeria), non favorendo un consumo precoce e dando sempre un esempio di moderazione.


sabato 19 marzo 2011


"Perché bevi?" domandò il piccolo principe. "Per dimenticare", rispose l'ubriacone. "Per dimenticare che cosa?" s'informò il piccolo principe che cominciava già a compiangerlo. "Per dimenticarmi che ho vergogna", confessò l'ubriacone abbassando la testa. "Vergogna di che?" insistette il piccolo principe che desiderava soccorrerlo. "Vergogna di bere!"

venerdì 18 marzo 2011

La prima sbornia di Emil Sinclair

"Di quella notte ho un ricordo vivissimo. Quando a ora tarda passando presso i fanali a gas dalla luce torbida ritornammo verso casa nella notte umida e fredda, avevo preso la pria sbornia. Non era bello, era anzi una grande tortura, eppure anche ciò aveva un'attrattiva, un che di dolce, era ribellione e orgia, era spirito e vita. Beck mi aiutò generosamente benchè inveisse contro il povero novellino, e un pò reggendomi, un pò portandomi, mi accompagnò a casa, dove riuscì a fare entrare di contrabbando me e lui da una finestra del pianterreno."

Demian, Herman Hesse

giovedì 10 marzo 2011

Le caratteristiche dell’iniziazione all’alcol:

- il 1° consumo avviene quasi sempre all’interno del nucleo familiare;
- di solito avviene in pubertà tra i 12 e i 14 anni, ma anche tra gli 8 e gli 11 anni;
- in genere si tratta di un alcolico destinato specificamente al consumo alimentare: soprattutto vino o birra;
- l’alcol viene sperimentato con il benestare dei genitori, per cui diviene spontaneo e “familiare” considerare l’alcol come un aggregante per sentirsi parte di un gruppo, rispondendo ai bisogni di appartenenza e contenimento necessari all’adolescente;
- gli adolescenti hanno in mente lo stereotipo del tossico da eroina e l’uso di alcolici sembra ai giovani molto lontano da questo modello, pur essendo anch’esso un comportamento a rischio. Oggi serve una forma di sballo senza conseguenze, in modo da mantenere un’immagine sociale accettabile;
- ci sono alcuni fattori che concorrono all’iniziazione alcolica: familiari, individuali, di status e relazionali, tutti tra loro sempre interconnessi. Un ruolo fondamentale è giocato dalla motivazioni soggettive e dal bisogno psicologico di diventare adulti, imitando il comportamento dei genitori;
- in genere i genitori approvano e accettano il consumo di vino da parte dei figli, basta che sia un consumo circoscritto ai pasti e moderato, possibilmente limitato all’ambito familiare;
- i giovani, nella riflessione sulle prime ubriacature fanno una distinzione sulla quantità d’alcol assunta: essere brilli/allegri e ubriachi. I primi due vengono giudicati positivamente, l’essere brilli è accettato dal nostro contesto sociale, mentre l’essere ubriachi è consentito solo in situazioni particolari (matrimoni…);

giovedì 3 marzo 2011

Ragazzi ubriachi. Un libro di Flavio Pagani

Di seguito un passo del libro, la recensione completa si trova su la Repubblica.

"Tanti amici miei, quando erano un po' ubriachi, anche le ragazze, prima erano allegri, così allegri e pieni di vita che sembravano che il mondo se lo volevano mangiare. Però, dopo un po' diventavano tristi. Il mondo se l'erano bevuto... Bere è così, sembra che voli, ma le ali non ce l'hai".