martedì 26 luglio 2011

Back to black

Il link rimanda ad un articolo molto interessante sulla vita/morte di Amy Winehouse

Lo psicologo virtuale

Adolescenza e rischio

L’adolescenza è una fase della vita in cui la relazione con i comportamenti a rischio è particolarmente intensa. Possiamo dire che il rischio, a quest’età è “funzionale” in una prospettiva evolutiva.
L’adolescente si ritrova a costruire la propria nuova identità e per farlo deve “rischiare” molto, per potersi rendere conto di quali sono i suoi punti di forza e di debolezza e per potersi mostrare con un’immagine nuova ai familiari e al sociale più allargato. “È come se la rinnovata situazione “organica” e “sociale” che l’adolescente vive lo dotasse di una vera e propria cassetta degli attrezzi contenente tutti gli strumenti necessari per diventare un professionista del rischio” (Pellai, Boncinelli, 2002, p. 22). È dovere dell’adolescente conquistarsi giorno dopo giorno questo ruolo da protagonista sia con il gruppo dei pari, sia negoziando la sua possibilità di rischiare con gli adulti di riferimento, che hanno il compito di porre limiti e sanzioni, che dovranno essere trasgredite, in una danza relazionale dal copione predefinito. “È in questo modo che la prima sigaretta, la prima sbornia, la prima canna, la prima volta divengono momenti memorabili che, seppur connotati da un più o meno rilevante margine di rischio, entrano nel mito e nell’epica della storia individuale e contribuiscono a scrivere quel libro il cui capitolo finale vedrà la definitiva realizzazione dell’uomo adulto, pronto ad amare e ad assumere un ruolo sociale e socialmente validato” (ibidem).
Le caratteristiche dell’assunzione del rischio variano con i cambiamenti che accompagnano le diverse età in adolescenza (Giori, 2002).
Ci sono rischi specifici per ogni fase dell’adolescenza. È proprio la prima adolescenza, quella che va dai 12 ai 14 anni, ad apparire la più difficoltosa per coloro che la vivono, proprio perché è la più ricca di cambiamenti. È il momento in cui ci si sente maggiormente fragili. A 15- 16 anni, invece, si attraversa un periodo più tranquillo dal punto di vista dei cambiamenti psicologici, ma ci sono spesso difficoltà legate alla scuola. Dai 17 ai 19 anni le difficoltà appaiono legate soprattutto all’inserimento nel contesto sociale più allargato, con reazioni da stress legate al passaggio all’età adulta (Giori, 2002).

Just do it! I comportamenti a rischio in adolescenza. Manuale di prevenzione per scuola e famiglia
Autori e curatori: Alberto Pellai , Stefania Boncinelli



Adolescenza e rischio. Il gruppo classe come risorsa per la prevenzione
Autori e curatori: Franco Giori

sabato 23 luglio 2011

I no che aiutano a crescere




“Un neonato strilla, un bambino vampirizza la madre, un adolescente sta fuori casa fino a notte fonda: le situazioni in cui noi, padri e madri, siamo più frastornati sono probabilmente quelle in cui sentiamo di dover dire di no e insieme temiamo di farlo, convinti che un diniego malposto possa avere conseguenze drammatiche sulla serenità dei nostri figli. Eppure le piccole frustrazioni motivate fanno parte della vita, aiutano a riconoscere i confini tra l'io e il mondo, permettono di imparare a controllare gli impulsi, a dominare l'ansia che nasce dall'attesa, a sopportare le avversità. Ciò che questo libro si propone è fornire le indicazioni utili a decifrare come, quando e perché è importante dire di no. Per ogni etá esistono infatti degli snodi particolarmente importanti, il cui superamento avvia un cambiamento positivo nello sviluppo della personalità, il cui mancato riconoscimento può al contrario innescare dinamiche onnipotenti e autocentrate. Un no detto al momento giusto può quindi essere il punto di partenza per una crescita equilibrata e felice. "... mi sembra davvero uno dei più bei libri che io abbia letto sull’argomento." Giovanni Bollea

La presentazione di Giovanni Bollea chiarisce molto bene gli obiettivi e i contenuti di questo libro che, è bene precisare, non è un libro di ricette su come fare per dire di no ai propri figli. Niente che abbia a che fare con la relazione genitori-figli può essere pianificato in modo così rigido... Il libro si propone di aiutare genitori in difficoltà a riflettere su se stessi e sulle relazioni familiari, offrendo strumenti che permettono di focalizzare meglio i problemi e poter costruire le proprie modalità di superamento.

martedì 19 luglio 2011

«Nessun adolescente è senza problemi, senza sofferenza; forse è il periodo più ricco di dolore della vita, ma anche quello delle gioie più intense. Il guaio è che si desidera fuggire tutto ciò che si presenta difficile. Fuggire fuori da sé gettandosi in avventure dubbie o pericolose, trascinati da persone che conoscono la fragilità degli adolescenti. Fuggire dentro di sé, chiudersi dentro un guscio fasullo. L’adolescenza è sempre difficile, ma se i genitori e i figli hanno fiducia nella vita, tutto va sempre a posto.» (Dolto, 2005, p. 4).

Sono davvero d'accordo con quanto dice Dolto, soprattutto sull'accento positivo posto nell'ultima parte. Aggiungerei soltanto che l'avere fiducia nella vita implica la fiducia in se stessi e nelle relazioni che man mano si costruiscono. Le relazioni con le persone che sono vicine ai ragazzi, che si tratti di familiari o coetanei, posso davvero rappresentare una risorsa in una fase della vita così delicata.